LA BCE LASCIA I TASSI DI INTERESSE FERMI AL 4,50%

La Banca centrale europea (Bce) saluta il nuovo anno con una nota positiva, dopo due anni difficili. L’istituto di governo monetario lascia invariati i tassi, facendo respirare mutui e prestiti in continuo aumento da luglio 2022, per tenere a freno l’inflazione. Un passo avanti, cauto sicuramente, ma con i compiti per le vacanze assegnati agli Stati europei.

La reazione all?annuncio da Francoforte è stata immediata, infatti ora i mercati si aspettano azioni da parte dei governi, auspicando maggiori prospettive di produzione e di crescita economica, e spese più razionalizzate.

Vediamo cosa sta accadendo e cosa potrebbe accadere ai tassi, e di conseguenza ai mutui e al costo del denaro.

Qual è il tasso Bce oggi

Dagli ambienti vicini alla Bce si apprende che a fine anno non ci sarà un nuovo rialzo dei tassi di interesse. Perciò resterà invariato quello di rifinanziamento (al 4,50%). Fermo anche il tasso sui preziosi depositi della Bce, al 4,25%.

? la seconda pausa consecutiva (dopo quella di ottobre 2023) che interrompe in modo concreto la spirale degli aumenti. Per questo, la notizia può indurre in ottimismo, tanto che ora i mercati e l’Europa si aspettano una stima di riduzione dell’inflazione, quindi un calo degli aumenti del costo della vita. La proiezione è del 2% entro il 2025. Stime che dividono ancora le opinioni sulle politiche monetarie, economiche e amministrative dei Paesi membri.

Quando scenderanno i tassi di interesse dei mutui?

Nella primavera/estate 2024 si prevedono i primi tagli ai tassi Bce, per ora congelati dal clima cauto che aleggia attorno all’EuroTower di Francoforte. Più che attese però, sembrano speranze, sulle quali nessuno si sbilancia, Bce compresa.

Al momento, i tassi di interesse sui mutui e prestiti in Italia restano alti, anzi Banca d’Italia registra aumenti e record da gennaio 2009: 4,72% a ottobre 2023 e lieve calo del Taeg. Il problema è che questi aumenti colpiscono soprattutto finanziamenti e mutui a tasso variabile, un fenomeno che incide ancora sulla percezione del rischio, e blocca investitori e investimenti.

Inoltre, il 2023 lo ricorderemo come l’anno di 200mila famiglie che non sono riuscite a restituire una o più rate dei mutui, in due anni cresciute anche del 65%, più del doppio.

Le previsioni più rosee ipotizzano un primo calo del costo delle singole rate a cominciare da metà o fine 2024, quando i tassi potrebbero stabilizzarsi al 5%. Ma anche qui, più auspici che previsioni.

Come andr? l?economia nel 2024?

L?istituto che governa la politica monetaria europea lascia i tassi di interesse fermi, e questo può generare fiducia e ottimismo. Ma la Bce resta ferma e cauta anche sui suoi passi, come prudenti sono i mercati in questo momento di crisi, incertezze e tensioni internazionali. “Dipendiamo dai dati, non dai tempi“, ha chiarito la presidente Bce Christine Lagarde, passata alla storia recente per le irremovibili posizioni favorevoli agli aumenti dei tassi necessari per affrontare la crisi. Non solo, ma dei tagli per il 2024 non se ne discute nemmeno, ed è la stessa Lagarde a chiarire che la politica monetaria europea per ora resta “sufficientemente restrittiva per tutto il tempo necessario“.

Persino lo stop agli aumenti dei tassi ha messo in crisi gli investitori che hanno acquistato titoli, come i Btp italiani. Quando li hanno presi, le scommesse sui rendimenti erano alte, proprio perchè i tassi crescevano. E infatti, i Btp a 10 anni sono passati dal rendimento del 5%, al 3,97% del 6 dicembre 2023, per effetto del calo dell?inflazione. Bisogna anche contenere possibili fughe di investitori.

L’altra preoccupazione della Bce riguarda i salari negoziati, che sembrano superare il calo dell’inflazione, in un contesto produttivo non ancora in crescita. Questo fenomeno può far bene al potere d’acquisto delle famiglie, nel breve periodo. Ma potrebbe innescare un cortocircuito alla futura crescita economica con nuove pressioni inflazionistiche.

Nel frattempo, dalla Commissione di Bruxelles è stato richiesto a gran voce il ritorno in Europa di Mario Draghi, per ridare fiducia e competitività al fiacco continente. Senza dimenticare che il 2024 è l’anno delle elezioni europee. In Europa si voterà prima delle presidenziali americane, e saremo chiamati alle urne per decidere sul futuro economico e del progetto di integrazione europea.

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